Al “Sentiero dei limoni con l’Indiana Jones Napoletano”
Domenica sono stato al fantastico
“Sentiero dei Limoni” con la mia famiglia, un percorso non
eccessivamente pesante, turistico ma grazie ai suoi abitanti, impregnata di
cultura Amalfitana, Napolitana, Terrona e Medirettanea.
Il maltempo non ci ha fermato, ed anzi ci ha dato l’opportunità di vedere la
costiera amalfitana con colori a cui non siamo abituati. Anche con il cielo
cupo e piovoso, questo pezzetto della nostra meravigliosa terra risulta essere
quella parte di Paradiso terrestre, a tratti incontaminato ed a tratti purtroppo
contaminato ma recuperabile.
Qui, la Natura vince sull’uomo, e non
c’è modo per poterla fermare; qui l’uomo, quello vero di queste zone rimane
tale, parte integrante della natura. La prova provata che qui, in Costiera
Amalfitana, come in tutto il Sud è veramente passata la Storia la si vede
ovunque. Sono tanti i Popoli che sono passati da queste parti, compresi gli
Arabi, e tante le prove rimaste. Inutile dire che i Palazzi piú belli sono
quelli edificati fino all’epoca Borbonica, fatti con roccia e tufo con stile e
tanta passione; inutile dire, che i palazzi che troviamo oggi sono figli di
quelle speculazioni edilizie fatte dagli italiani degli ultimi 160 anni,
specialmente negli ultimi 70, tra asfalto, cemento e…mazzette.Possibile
che la strada più bella è quella del 1854, anno dal quale diventa possibile
percorrere tragitti tortuosi e incastrati nella costa, e che arriva fino alla
cittadina che fu Repubblica marinara, Amalfi, da Vietri attraverso capo d’Orso
e Maiori? Chiaramente erano gli anni del Regno delle due Sicilie governato dal
grande Re Ferdinando II di Borbone, che ancora oggi, quei figli di quegli
italiani che hanno depredato il suo Regno, cercano di dimenticare.
Non basta conquistare un territorio per definirlo con il nome imposto dal
conquistatore, non basta conquistare il Sud e la costiera Amalfitana per
definirli “orgoglio italiano”, ma questa è un’altra storia.
Una terra straordinaria, fatta anche oggi di uomini straordinari, ne ho conosciuti di nuovi anche Domenica, lavoratori e difensori della terra che resistono ancora. Pensate che i nordici europei, volevano comprare tutta la zona della Costiera Amalfitana, perché oggi basta avere i soldi, e per dei tratti ci sono riusciti, ma grazie ad un senso di comunità che spesso noi, animali di città abbiamo perduto, “i briganti amalfitani” ce l’hanno fatta per il momento, lasciandoci l’opportunità di poter godere di questa terra ancora amalfitana.
E poi c’è lui, Frank
Damiano, l’esempio di giovane ragazzo che è tornato alle radici, ha lasciato un
posto sicuro e ha deciso di valorizzare quei luoghi, diventando “L’Indiana
Johns Napoletano” (come ama definirsi lui e come ormai lo definiscono
tutti quelli che lo conoscono), “Pianurese” ma ormai totalmente
Amalfitano, come se ci fossero distinzioni, ceppi, etnie diverse, macché… in
realtà è solo un Napoletano, Campano, orgogliosamente Terrone e Mediterraneo.
Quando parla ai turisti o ai “turisti della loro terra” come me, lo
fa con una passione che poche guide turistiche e storiche hanno. Ma in realtà
lui non è né una guida turistica (lo è, lo è), né una guida storica(lo è, lo
è), né un esploratore (lo è), è un amico, un fratello, un altro giovane
brigante che ha trovato il suo posto in questa grande rivoluzione culturale del
Sud che da tempo, chi più chi meno, molti di noi stanno portando avanti. Noiosa
la vita del posto fisso all’estero pagato migliaia di dollari ma che ti rende
un cittadino del mondo, meglio restare qui a difendere e valorizzare la terra
che ti ha dato i natali, rimanendo un patriota di Napoli e del Sud.
“O Brigante o Emigrante” è la frase che accompagna il Sud e i
meridionali da 160 anni. Tra 1000 difficoltà, specialmente in questo periodo,
lui è un vero Brigante che ha capito che la nostra è una terra sempre fertile,
per quanto umiliata e depredata, e che ha tutte le possibilità di riemergere se
ritorna ad avere migliaia di giovani Brigranti come Frank Damiano.
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